Come gestire la separazione dalla moglie che lavorava nell'azienda di famiglia?

[Domanda di Marco, 01/04/2014] Salve, purtroppo siamo giunti alla fine del nostro matrimonio con mia moglie. In breve le descrivo la situazione: io sono commerciante, la casa è mia e anche i mezzi sono intestati a me, lei mi ha aiutato nel mio lavoro ma senza retribuzione e non in regola anche perché poteva usufrire di tutto ciò che dava il nostro lavoro. Tempo fa abbiamo sottoscritto una polizza vita e lei giustamente ora ritiene che la somma che riscatterà sia sua, ma oltre a questo può chiedermi altri soldi? Premetto che al momento del matrimonio lei non ha investito nulla nemmeno nell'arredamento e le spese sostenute per il mantenimento di tutto erano le entrate del mio lavoro (anche suo). Può chiedere, attraverso i sindacati o altre persone, un riscatto (se si chiama così) per il lavoro svolto? E io come posso difendermi?
La ringrazio e spero di essere stato chiaro.
P.S. il tutto è dovuto a un suo tradimento e presa in castagna ora non sa come reagire se non con queste minaccie (che trovo assolutamente stupide). Grazie mille


Risposta: Pur non avendo sufficienti elementi per una risposta esauriente credo sia opportuno scindere le due problematiche dell'attività lavorativa e del tradimento.
Senz'altro se sua moglie sarà in grado di provare di aver lavorato per lei nell'azienda di famiglia si dovrà innanzitutto verificare con che modalità ella abbia prestato tale attività, se come socio di fatto o dipendente o altro ancora. In ogni caso anche in presenza di una bonaria definizione della vicenda qualcosa le sarà dovuto.
Per quanto attiene il tradimento, qualora lei ne abbia le prove e deduca che lo stesso è stato causa dell'interruzione del rapporto matrimoniale, senz'altro potrà quanto meno andare esonerato dal pagamento di un eventuale assegno di mantenimento in favore di sua moglie la quale, deduco, con la separazione cesserà anche il rapporto di lavoro presso l'azienda di famiglia.
Stampa Pagina Invia Email